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Mon, May 12, 2025
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Cesc, non lasciare il Como: 10 motivi per restare con noi

Cesc, non lasciare il Como: 10 motivi per restare con noi
  • PublishedMaggio 12, 2025

Caro Cesc,
sei arrivato a Como  portando passione, visione e un calcio che fa battere il cuore. Qui, sulle rive del nostro lago – «dove la natura sorride e il cielo si specchia», come scriveva Manzoni – stai costruendo qualcosa di magico. Lasciarci adesso spezzerebbe un incantesimo che è solo all’inizio.

Ecco 10 motivi per cui non dovresti lasciare il Como:

1. Una società che crede davvero nei tuoi sogni

La famiglia Hartono non è un fondo né un’operazione di immagine: è un progetto serio, solido, strutturato. Ti ha dato fiducia vera e ti ha messo nelle condizioni ideali per lavorare. E tu, quella fiducia, l’hai onorata con intelligenza e stile. Difficile trovare, nel calcio di oggi, una società così rispettosa e concreta.

2. Qui puoi essere te stesso e crescere davvero

A Como hai trovato ciò che in altri club è impossibile: il tempo di imparare, la libertà di sbagliare, il rispetto per il tuo metodo. Sei diventato allenatore giorno dopo giorno, con il sudore della quotidianità e la visione del futuro. Altrove ti aspetterebbero pressioni, isterie e critiche. Qui, invece, ti abbiamo visto crescere e siamo pronti a crescere con te.

3. Perché il Como può vincere con te

Con il tuo stile, la solidità della proprietà e un gruppo costruito con logica, il Como può salire, restare e sorprendere. Qui non si sogna a caso: si lavora con metodo, con coerenza. E con Cesc Fabregas in panchina, tutto diventa possibile.

4. Como è bellezza, visibilità, ispirazione

«Un luogo dove il cuore si perde e l’anima si ritrova», scriveva Hermann Hesse. Il Lago di Como non è solo uno sfondo: è parte del progetto. È anche grazie alla sua bellezza che i fratelli Hartono si sono innamorati di questa città.
E tu, Cesc, quella bellezza l’hai portata in campo: con il tuo stile, la tua visione, il tuo calcio. Qui la bellezza non è un accessorio: è il cardine del progetto. Vivere e lavorare a Como è un privilegio raro. Vuoi davvero scambiarlo con il grigiore di una zona industriale tedesca?

5. Il nostro affetto è silenzioso ma profondo

Siamo riservati, sì. Ma quando ci affezioniamo, lo facciamo sul serio. A Como puoi essere una star senza diventare un bersaglio. Chiedi a George Clooney. Qui c’è rispetto, discrezione e amore vero. In curva o per strada, i comaschi non ti assalgono. Ti proteggono. E ti seguono, sempre.

6. Un gruppo costruito a tua immagine

Questa squadra è tua. L’hai vista nascere, l’hai fatta crescere, l’hai modellata. I giocatori ti seguono, ti ascoltano, credono in te. Lasciarla ora significherebbe interrompere un’opera in piena evoluzione. Continuare, invece, ti renderebbe il vero architetto di un miracolo sportivo.

7. Un’occasione unica per ispirare un nuovo calcio

A Como non ti chiediamo di copiare modelli, ma di crearne uno. Hai la possibilità di lasciare un’impronta, di innovare, di ispirare. Qui puoi costruire un metodo “alla Fabregas”, che un domani sarà studiato come esempio virtuoso di leadership, sobrietà e visione. In un calcio che spesso corre dietro al risultato e all’immagine, tu puoi dimostrare che esiste un altro modo. E diventarne il volto.

8. Perché stai facendo diventare il Como “il Como”

Se oggi in tutta Italia (e anche fuori) si parla del Como, è anche grazie a te. Al tuo carisma, alla tua competenza, alla tua visione. Hai trasformato un club in una storia da raccontare. E non abbiamo ancora scritto il capitolo più bello.

9. Perché sei parte di una storia che merita di essere onorata

Il Como non è solo un progetto moderno: è una storia che vive nei ricordi, nei nomi, nei simboli. Da fuoriclasse come Borgonovo, Matteoli e Zambrotta, a talenti dal destino crudele come Meroni e Fortunato, passando per bandiere come Giancarlo Centi, Jack Gattuso e Alessandro Gabrielloni, fino a storie complesse e vere come quella di Massimiliano Ferrigno. Per molti “figli del Sinigaglia” della mia generazione, le partite epiche non sono finali di Coppa dei Campioni, ma sfide come il rocambolesco 3-2 contro il Fano o lo spareggio del 17 giugno 2001 vinto contro l’«odiato» Livorno, narrato dall’esultanza liberatoria di Nino Balducci, che ancora oggi risuona come un grido di gioia collettiva. Oggi, tu e la famiglia Hartono state scrivendo un nuovo capitolo, portandoci a livelli che non avremmo mai pensato di raggiungere. E proprio per questo, non li diamo per scontati come fanno altrove.

10. Perché sogniamo di inaugurare il nuovo Sinigaglia con te

Cesc, vorremmo che fra qualche anno il nuovo Stadio Sinigaglia venisse inaugurato con il Como in Serie A, solido, ambizioso, protagonista. Con te in panchina, a guidare la squadra che ha realizzato il sogno di ogni bambino comasco di ieri e di oggi.

CESC CUMASCH!

Written By
Alessandro Nardone

Coordinatore cittadino di Fratelli d'Italia, consulente strategico, keynote speaker e autore di 12 libri, Alessandro Nardone è considerato uno dei massimi esperti italiani di politica americana. Ha seguito come inviato le campagne elettorali di Donald Trump e Volodymyr Zelensky per testate come Vanity Fair, e la sua candidatura fittizia alle primarie repubblicane del 2016, sotto lo pseudonimo di Alex Anderson, è diventata un case study globale. Nardone scrive per La Voce del Patriota e partecipa a numerosi programmi Rai e Mediaset come analista di politica americana, comunicazione e innovazione.