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Thu, Jun 12, 2025
Cultura

«Eppur si muove»: lo spettacolo che insegna ai nostri figli a non avere paura di pensare

«Eppur si muove»: lo spettacolo che insegna ai nostri figli a non avere paura di pensare
  • PublishedMaggio 22, 2025

Di spettacoli scolastici se ne vedono tanti. Ma questo è stato qualcosa di completamente diverso. Non un semplice saggio di fine anno, ma un vero spettacolo teatrale di altissimo livello, reso ancora più straordinario dal fatto che a portarlo in scena siano stati ragazzi di una scuola media. Sì, una scuola media.

«Eppur si muove», ispirato al dramma di Brecht sulla vita di Galileo Galilei, ha stupito per la qualità della messa in scena, per la profondità dei contenuti e per la capacità di intrecciare musica, recitazione, danza e scenografia con una fluidità che ha lasciato il pubblico senza parole.

Non voglio entrare troppo nel merito della trama, per non togliere nulla a chi avrà la fortuna di vederlo questa sera (a questo link gli ultimi biglietti). Mi limito a dire che la figura di Galileo, in questo adattamento, appare incredibilmente attuale. La sua battaglia per la verità scientifica, il suo conflitto con il potere, la sua solitudine e il prezzo pagato per il coraggio delle idee, parlano anche al nostro tempo. In un’epoca segnata da nuove forme di censura, controllo e omologazione del pensiero, la sua vicenda risuona come un monito potente.

È ovvio che, da papà di Vittoria – che frequenta la seconda musicale – il mio coinvolgimento sia ancora più intenso. Ma al di là dell’orgoglio personale, c’è un fatto oggettivo: dietro ogni nota, ogni passo, ogni battuta, c’è il lavoro di un intero anno scolastico. Un percorso fatto di passione, impegno, collaborazione. Ognuno con il suo ruolo – chi un passo di danza, chi uno spartito da suonare, chi una battuta da recitare – ma tutti uniti da un obiettivo comune: creare qualcosa di bello e vero.

E non è solo questione di talento. È questione di visione. Di metodo. Di passione vera. Quella che si respira in ogni istante dello spettacolo, e che ha un nome e un volto: Franchino Campanella. Professore, direttore, organizzatore, regista, anima e motore di tutto. È lui che sovraintende ogni aspetto del progetto, con una dedizione che definire totale è ancora riduttivo. Senza di lui, tutto questo semplicemente non esisterebbe.

Accanto a lui, un team formidabile. Voglio citare con gratitudine e affetto la professoressa Giulia Sivieri, che l’anno prossimo cambierà istituto e che ha dato un contributo decisivo alla riuscita di questo percorso.

Un plauso dunque a:

  • Franchino Campanella, motore instancabile del progetto, che coordina tutto con una passione e una dedizione fuori dal comune;

  • Marco Ballerini, regista e autore dei testi, che ha saputo rendere attuale e coinvolgente la figura di Galileo;

  • Giulia Sivieri e Micol Di Russo, aiuto regia e coautrici, che hanno curato lo sviluppo drammaturgico;

  • Umberto Valesini, che ha diretto con autorevolezza l’orchestra scolastica;

  • Silvia Pacione, che ha guidato il coro con entusiasmo e rigore;

  • Ivana Matola di Colisseum Danza, responsabile delle coreografie, precise ed eleganti;

  • Federica Gagliardi, per l’aiuto nelle scenografie e nei costumi;

  • Daniela Musa, che ha curato la grafica;

  • Daniele Chatrian, montaggio video;

  • e Tribal Service, per audio e luci.

  • Alle Istituzioni e agli Sponsor che hanno sostenuto l’iniziativa;

Un pensiero speciale va alla dirigente scolastica Valentina Grohovaz, che a fine anno andrà in pensione lasciando un segno profondo nella storia dell’Istituto Parini. Una scuola che, anche grazie a lei, è diventata un esempio concreto di come la cultura possa essere davvero motore educativo.

Durante i saluti finali, la preside mi ha molto colpito quando ha affermato che: «questa è un’esperienza molto importante per i ragazzi, qualcosa che rimarrà di un periodo che passerà presto.»

Vero. Perché tutto passa. E passa in fretta. Panta rei, tutto scorre. Mi è subito venuto in mente il professor Keating, nel capolavoro L’attimo fuggente, mentre sussurrava ai suoi studenti: «Carpe diem. Cogliete l’attimo, ragazzi. Rendete straordinaria la vostra vita.»

È uno dei valori che cerchiamo di trasmettere ogni giorno a nostra figlia. E forse è il messaggio più bello che lascia questo spettacolo: un invito a credere nei propri talenti, a vivere pienamente, a non sprecare il tempo. Il Teatro Sociale era pieno. Ma uno spettacolo così merita ancora di più. Merita di essere ricordato. Merita di diventare esempio.

Perché quando la scuola riesce a unire preparazione, passione e visione, allora sì: diventa davvero il luogo in cui si costruisce il futuro, e si impara che la rosa si coglie quand’è il momento.

Written By
Alessandro Nardone

Coordinatore cittadino di Fratelli d'Italia, consulente strategico, keynote speaker e autore di 12 libri, Alessandro Nardone è considerato uno dei massimi esperti italiani di politica americana. Ha seguito come inviato le campagne elettorali di Donald Trump e Volodymyr Zelensky per testate come Vanity Fair, e la sua candidatura fittizia alle primarie repubblicane del 2016, sotto lo pseudonimo di Alex Anderson, è diventata un case study globale. Nardone scrive per La Voce del Patriota e partecipa a numerosi programmi Rai e Mediaset come analista di politica americana, comunicazione e innovazione.