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L’agente accertatore: una figura necessaria, ma che va resa riconoscibile, umana e utile alla comunità

L’agente accertatore: una figura necessaria, ma che va resa riconoscibile, umana e utile alla comunità
  • PublishedMaggio 22, 2025

Questa mattina, un articolo pubblicato su La Provincia di Como ha riportato la segnalazione di una cittadina che si è vista recapitare una multa da parte di un cosiddetto “agente accertatore”. La vicenda ha suscitato attenzione perché l’agente non indossava alcuna uniforme, se non un cartellino identificativo poco visibile, e ha operato con una certa inflessibilità nei confronti di una persona impegnata in un’attività di volontariato, senza che vi fosse un effettivo intralcio al traffico o pericolo per la sicurezza stradale. Un caso che ha acceso un dibattito importante su una figura poco conosciuta, ma sempre più presente nei nostri centri urbani: l’agente accertatore.

Chi è l’agente accertatore?

L’agente accertatore è una figura prevista dalla legge italiana (in particolare dalla legge n. 689/1981, art. 13), incaricata di rilevare e verbalizzare infrazioni amministrative, comprese quelle legate al Codice della Strada. A differenza della Polizia Locale, non ha poteri di fermo o di ordine pubblico, ma può elevare sanzioni per violazioni che rientrano nelle sue competenze.

Questi agenti possono essere dipendenti comunali o soggetti incaricati da enti esterni convenzionati con l’Amministrazione. Il loro ruolo è strettamente legato al miglioramento del controllo del territorio e al supporto dell’attività sanzionatoria in contesti dove le risorse umane della Polizia Locale risultano carenti o insufficienti.

La legittimità del loro operato

Da un punto di vista giuridico, nulla da eccepire. La legge permette ai Comuni di avvalersi di tali figure per accertare infrazioni e redigere verbali validi a tutti gli effetti. L’unico obbligo è l’esibizione di un tesserino identificativo che ne certifichi la qualifica. Tuttavia, la legalità formale non deve diventare un alibi per trascurare aspetti fondamentali come il rapporto con i cittadini e la percezione di equità e buon senso.

L’importanza di essere riconoscibili

Il cittadino ha diritto di sapere chi lo sta sanzionando e per quale motivo. La figura dell’agente accertatore dovrebbe essere chiaramente identificabile, non solo per trasparenza ma anche per creare un clima di fiducia e legittimità.

Un’uniforme, un giubbetto con la dicitura ben visibile, oppure un badge appeso al collo e non nascosto in tasca: piccoli accorgimenti che possono fare una grande differenza. Rendere l’agente riconoscibile non è un optional, ma una responsabilità dell’amministrazione, che in questo modo dimostra presenza sul territorio, vicinanza ai cittadini e chiarezza nelle sue azioni.

Un’opportunità per l’amministrazione

Una figura riconoscibile e formata è un veicolo di credibilità per l’intera macchina comunale. Può diventare un punto di riferimento per i cittadini, soprattutto se accompagnata da una comunicazione istituzionale efficace che spieghi ruoli, limiti e scopi dell’attività di accertamento.

L’obiettivo non dovrebbe mai essere percepito come “fare cassa”, ma come garantire il rispetto delle regole per tutelare il bene comune. Se ci si limita a infliggere sanzioni senza spiegazioni, senza umanità, senza contesto, l’agente accertatore rischia di diventare l’emblema di un potere sordo e distante.

La formazione fa la differenza

Non basta conoscere le norme. Un agente accertatore dovrebbe ricevere una formazione che comprenda anche aspetti relazionali, deontologici e situazionali. Capire quando intervenire con rigore e quando invece spiegare, mediare, aiutare.

Nel caso raccontato dal giornale, si parla di una volontaria che stava effettuando uno scarico merci, senza intralciare accessi o traffico, e in assenza di stalli dedicati. Un contesto che richiedeva discernimento. Applicare la norma alla lettera può risultare ingiusto se non è accompagnato da un minimo di valutazione del contesto.

Sanzionare chi sta lavorando o svolgendo un’attività di pubblica utilità, senza creare alcun danno concreto, non è il miglior modo per promuovere il rispetto delle regole. Al contrario, può generare frustrazione, senso di persecuzione e disaffezione verso le istituzioni.

Educare, non punire

L’amministrazione comunale ha il compito non solo di far rispettare le regole, ma anche di promuovere una cultura del rispetto e del senso civico. Le sanzioni devono essere uno strumento educativo, non punitivo fine a se stesso.

Il cittadino che sbaglia va certamente richiamato, ma con equilibrio. Un approccio che prevede anche l’ascolto, il dialogo, la spiegazione delle motivazioni dietro l’intervento dell’agente accertatore, può trasformare un momento potenzialmente conflittuale in un’occasione di crescita e consapevolezza civica.

Comunicazione e fiducia

Spesso, le proteste e le lamentele non derivano tanto dalla sanzione in sé, quanto dalle modalità con cui viene inflitta. Una multa elevata con cortesia e spiegazione sarà accettata più facilmente di una sanzione comunicata in modo freddo, impersonale o addirittura aggressivo.

Per questo, sarebbe utile che l’Amministrazione promuovesse campagne di comunicazione per far conoscere la figura dell’agente accertatore, spiegandone le funzioni, i limiti, i doveri e i diritti.

Allo stesso tempo, si potrebbero prevedere forme di feedback da parte dei cittadini, per raccogliere osservazioni, suggerimenti e anche critiche costruttive. Un rapporto più trasparente migliora la qualità del servizio e la fiducia nella pubblica amministrazione.

Sì, ma attenzione alla forma

L’agente accertatore è una figura utile e necessaria nel panorama urbano moderno, soprattutto in città che devono gestire migliaia di veicoli, zone a traffico limitato, parcheggi regolamentati e un rispetto crescente delle regole per garantire sicurezza e vivibilità.

Ma proprio per la delicatezza del suo ruolo, questa figura deve essere ben formata, facilmente riconoscibile e mossa da uno spirito di servizio più che da una logica sanzionatoria fine a se stessa.

Non c’è dubbio che chi sbaglia debba rispondere delle proprie azioni. Tuttavia, la forma è sostanza: il modo in cui si fa rispettare una regola può fare la differenza tra una città che educa e una che punisce, tra un’amministrazione che governa e una che opprime.

Rendiamo dunque l’agente accertatore non solo un vigilante della legalità, ma anche un alleato della comunità. Perché il rispetto delle regole passa prima di tutto dal rispetto delle persone.

 

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Written By
Ivan Invernizzi

Chief Operating Officer presso un'azienda di servizi alle imprese con sede a Monaco di Baviera, specializzata nella gestione del post-vendita per i settori automotive e industriale. Nato e cresciuto a Como, vanta una solida esperienza nel settore automotive, nella gestione operativa aziendale, nel coordinamento di centrali operative e nell’interazione con i reparti di sviluppo prodotto. Le sue competenze includono una profonda conoscenza della mobilità e della viabilità, con particolare attenzione alla sostenibilità dei mezzi di trasporto.