Il Tricolore non è un ornamento: è la nostra Storia che sventola

Ieri, come Fratelli d’Italia, abbiamo denunciato le pessime condizioni del Tricolore fuori da diverse scuole della città, rilevando che alla Corridoni è stato addirittura sostituito da una “bandiera della pace” (clicca qui per guardare il video). Di segioto l’intervento del Vicesindaco di Cantù Valeriano Maspero.
Non è un vezzo da nostalgici, né un dettaglio da pignoli. Pretendere che il Tricolore sia esposto fuori da ogni ufficio pubblico, integro e dignitosamente issato, non è una fissazione da manuale del perfetto patriota: è un dovere civico. È rispetto. È identità. È la memoria viva di un popolo che si riconosce in tre colori e in tutto ciò che essi rappresentano.
Sì, perché quella bandiera non è una semplice pezza cucita male e scolorita dal tempo. È il simbolo della Repubblica. È il filo cucito addosso alla nostra storia, dal Risorgimento alle missioni di pace, dalle lotte per la libertà ai sacrifici di chi ha dato la vita per un’Italia più giusta e più unita. È il drappo che ha accolto i nostri atleti sul podio, che ha coperto le bare dei nostri caduti, che sventola in ogni scuola, tribunale e municipio per ricordarci chi siamo.
E allora no, non è accettabile vederla ridotta a uno straccio stinto, logoro e dimenticato. Perché una bandiera a brandelli racconta un Paese che si trascura, che si dimentica, che si lascia andare. E noi questo non possiamo permettercelo. Non ora, non mai.
Esigere che il Tricolore sia pulito, integro, visibile e rispettato fuori da ogni palazzo pubblico è un atto d’amore. È un gesto semplice ma potente. È dire, senza bisogno di parole: “Io ci credo ancora. Nell’Italia dei valori, della Costituzione, del popolo unito nelle sue diversità”. È un piccolo grande tributo a chi ci ha preceduti e a chi verrà dopo di noi.
Non si tratta di estetica, ma di etica. Non di apparenza, ma di sostanza. È lo Stato che si rappresenta, ogni giorno, anche con quei tre colori che non hanno mai smesso di parlare. Verde come la speranza, bianco come la giustizia, rosso come il sacrificio. Tre parole che dovrebbero abitare ogni azione pubblica.
E allora sì, lo diciamo con orgoglio e con la voce ferma di chi ama questo Paese: tenere alto e integro il Tricolore non è una scelta. È un obbligo morale. Perché finché quella bandiera sventolerà con dignità, sapremo che anche l’Italia lo sta facendo.