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Editoriali

Referendum? No, grazie: ecco perché Fratelli d’Italia sceglie l’astensione

Referendum? No, grazie: ecco perché Fratelli d’Italia sceglie l’astensione
  • PublishedGiugno 4, 2025

Ieri sera ho partecipato con piacere a un evento pubblico a Brenna, dedicato al referendum che si svolgerà questo fine settimana. Un’occasione utile per confrontarci apertamente su un tema che, a mio avviso, non andrebbe nemmeno sottoposto a consultazione popolare.

Nel corso della serata, in un confronto civile ma serrato con il consigliere regionale del PD Angelo Orsenigo, ho illustrato le ragioni per cui Fratelli d’Italia ha scelto di astenersi dal voto. Una scelta che non nasce dal disinteresse, ma da una profonda riflessione politica e istituzionale.

Quello a cui assistiamo è un paradosso senza precedenti: per la prima volta nella storia della Repubblica, un partito – il Partito Democratico – promuove un referendum per abrogare una legge approvata da un proprio governo. Invece di affrontare il dibattito interno nelle sedi opportune, come un congresso, il PD ha deciso di coinvolgere tutti gli italiani per risolvere le sue divisioni ideologiche.

Entrando nel merito, riteniamo sbagliato pensare di affrontare le sfide di un mercato del lavoro in continua evoluzione con strumenti come un referendum abrogativo. Il Governo Meloni ha introdotto riforme concrete, che stanno dando risultati tangibili:

  • Oltre 24 milioni di occupati in Italia: record storico.
  • Tasso di occupazione al 63%, quello femminile al 54,2%: altro record storico.
  • Tasso di disoccupazione al 5,9%: il minimo dal 2007.
  • Diminuzione del 10% del lavoro precario nel 2024.

Tra le misure adottate ricordiamo:

  • Maxi-deduzione del 120% per le imprese che assumono a tempo indeterminato.
  • Riduzione del 50% dei contributi previdenziali per nuove attività di artigiani e commercianti.
  • Esonero totale dei contributi per l’assunzione di donne disoccupate da almeno 24 mesi (scendono a 6 mesi solo al Sud).
  • Bonus giovani: esonero totale per assunzioni under 35 a tempo indeterminato.
  • Taglio del cuneo fiscale per redditi fino a 40.000 euro.

E molte altre ancora.

Per quanto riguarda il quesito sulla cittadinanza, la nostra posizione è altrettanto chiara: siamo assolutamente contrari. Il referendum propone, di fatto, un ritorno alla legge del 1912, palesemente inadatta a rispondere alle esigenze del 2025. Solo la sinistra poteva immaginare una proposta simile, perché per loro l’immigrazione è un affare due volte: economico ed elettorale.

Crediamo che dieci anni siano un termine assolutamente congruo per ottenere la cittadinanza italiana. Perché essere italiani non è solo un dato anagrafico, ma un percorso di integrazione. Durante questo cammino, chi arriva deve dimostrare di condividere i nostri valori, abbracciare la nostra visione del mondo, rispettare diritti e doveri, e soprattutto imparare ad amare la nostra Nazione.

Per tutte queste ragioni, invitiamo – in modo del tutto legittimo – i nostri elettori ad astenersi da questi referendum inutili e strumentali. Fratelli d’Italia continuerà a difendere il principio secondo cui la cittadinanza italiana non si regala: si merita.

Sono molto contento di aver partecipato a questo dibattito, che si è svolto in un clima sereno e nel rispetto reciproco, pur partendo da posizioni differenti – come dovrebbe sempre essere in un confronto democratico e civile. Ringrazio sinceramente gli organizzatori per l’invito e tutte le persone presenti per la partecipazione e l’attenzione.

Written By
Stefano Molinari

Stefano Molinari è di Como, dove è stato consigliere e assessore nei settori trasporto, viabilità, lavori pubblici, protezione civile e sport. Dal 2017 è coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia.