Fri, Jul 18, 2025
Editoriali

Filippo, i giovani e il significato più bello della politica

Filippo, i giovani e il significato più bello della politica
  • PublishedGiugno 8, 2025

Troppo spesso si parla dei giovani con superficialità o, peggio, con pregiudizio. Si ripetono luoghi comuni, li si accusa di disinteresse e disimpegno. E invece i nostri ragazzi sono tutt’altro: generosi, attenti, pieni di energia. Meritano fiducia, ascolto e – soprattutto – esempi.

Ieri mattina, durante l’incontro pubblico «Metà mandato, senza sosta per gli italiani», ho voluto raccontare la storia di Filippo Albonico, sedicenne che venerdì si è reso protagonista di un gesto tanto semplice quanto straordinario: ha soccorso una signora in difficoltà, bloccata nel traffico con una bombola d’ossigeno quasi esaurita, accompagnandola con il suo scooter fino all’ambulanza.

Grazie ad Andrea Catelli sono riuscito a contattare il papà di Filippo, che ha accettato subito il nostro invito. Ho ritenuto giusto che Filippo – che è stato ringraziato personalmente anche dal Sottosegretario Butti – ricevesse l’applauso della sala, come riconoscimento collettivo per quel gesto di altruismo e responsabilità. E, davanti a tutti, ho voluto dirgli di non credere a chi parla male della politica. Perché la politica, nel suo significato più alto, è proprio questo: fare del bene agli altri, servire la propria comunità, disinteressatamente. Il gesto che Filippo ha compiuto è la più nobile espressione di ciò che la politica dovrebbe essere, sempre.

Non a caso, Fratelli d’Italia nasce da una comunità cresciuta nella militanza giovanile. E lo abbiamo visto con gli interventi di Beatrice Piazza e Marco Bonetto, due giovani amministratori che rappresentano il presente e il futuro del nostro partito. Ragazzi preparati, appassionati, autentici. Come lo eravamo anche noi, qualche anno fa.

Io stesso ho iniziato da giovanissimo, distribuendo volantini, attaccando manifesti, passando notti intere a discutere e organizzare, tra colla e ciclostile. Era un modo per scoprire il mondo, ma anche per imparare a mettermi in gioco con serietà e coraggio. Non dimentico mai che la mia prima scuola politica vera l’ho fatta lì: in strada, nei bar, nelle scuole, tra i ragazzi.

In quegli anni imparai anche il significato profondo del sacrificio, attraverso figure come Sergio Ramelli, ucciso a soli 18 anni per le sue idee. Ricordarlo, ogni anno, non è un esercizio di nostalgia, ma un atto di gratitudine e di consapevolezza: la libertà di esprimersi, di credere in qualcosa, di impegnarsi, non è scontata. È stata conquistata anche con il sangue di ragazzi come lui.

Ed è proprio per questo che non possiamo permetterci di occuparci dei giovani solo quando siamo giovani anche noi. Anzi: è quando smettiamo di esserlo che abbiamo il dovere ancora più grande di farlo. Perché sono loro a dare senso a ciò che costruiamo oggi. E quello che vedo oggi nella mia città non è accettabile.

È inaccettabile che una città come Como offra come unica possibilità di socializzazione ai nostri giovani lo spritz o l’aperitivo in piazza.
È inaccettabile che servizi essenziali come le scuole o le società sportive vengano considerati semplicemente dei “costi”.
È inaccettabile l’assenza di una visione che metta davvero al centro i nostri ragazzi, offrendo loro spazi in cui possano crescere, studiare, contaminarsi positivamente, condividere idee e passioni.
Ed è ancora più inaccettabile che l’unica alternativa per tanti sia “stare in giro”, senza un luogo dove sentirsi accolti, finendo per dover condividere spazi con spacciatori e delinquenti.

Questo non è progresso, non è libertà, non è responsabilità. È abbandono.

La politica – quella vera – è l’opposto dell’abbandono. È cura, è impegno, è visione. È presenza, ascolto, coraggio.

Filippo, con il suo gesto, ce lo ha ricordato. A noi, il compito di essere all’altezza del suo esempio.

Written By
Alessandro Nardone

Coordinatore cittadino di Fratelli d'Italia, consulente strategico, keynote speaker e autore di 12 libri, Alessandro Nardone è considerato uno dei massimi esperti italiani di politica americana. Ha seguito come inviato le campagne elettorali di Donald Trump e Volodymyr Zelensky per testate come Vanity Fair, e la sua candidatura fittizia alle primarie repubblicane del 2016, sotto lo pseudonimo di Alex Anderson, è diventata un case study globale. Nardone scrive per La Voce del Patriota e partecipa a numerosi programmi Rai e Mediaset come analista di politica americana, comunicazione e innovazione.